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STEINWENDERHÜTTE-ZOLLNERSEE   (AUSTRIA) 29/7/12.
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Succede, a volte, di “sentire” la specialità di un luogo, di un itinerario e di volervici andare; poi, per le più svariate motivazioni si rimanda, ma restano nella mente quel desiderio e quella curiosità, che di tanto in tanto si rifanno vive. E', senz'altro, il caso della zona compresa tra i Monti Lodin e Cuestalta, al confine con l'Austria, dove si dispiegano suggestivi itinerari escursionistici, che attraversano le faggete, le abetaie e gli stupendi prati sommitali, punteggiati sporadicamente da vecchie casere e da un buon rifugio. Tuttavia la mia bramosia risiede in un altro elemento: è il davvero  idilliaco Zollnersee, laghetto alpino d'alta quota, adagiato in una conca ed abbracciato dai prati verdissimi sui quali pascolano i buoi rispecchiandosi e da estese di rododendri.
Risaliamo da Paularo la sinuosa strada del Passo di Cason di Lanza, pervenendo a Casera Ramaz, grande costruzione rurale, da dove imbocchiamo la pista forestale che ci condurrà al Rifugio Fabiani – già Casera di Pecol di Chiaula – posto nella parte bassa di una grande conca prativa che discende dal Monte Cuestalta. Le abetaie e le faggete ci accompagneranno per questo tratto dell'itinerario, abbastanza frequentato, però, solo in questa parte. Fa decisamente caldo durante la nostra marcia, poi, giunti al bel rifugio – uno dei più accoglienti della Carnia – il vento afoso di scirocco si scontra con correnti più fredde, generando un violento temporale, che ci coglierà al Passo di Cordin, dove verremo sorpresi da una pioggia fittissima mista a grandine e da un vento sferzante, che vanificherà in pochi minuti tutte le nostre precauzioni. Provvidenziale, soprattutto per i numerosissimi fulmini generati dal nubifragio, si rivelerà la presenza di una piccola casetta in legno appena varcata la frontiera con l'Austria, dove ci ripareremo un po' precariamente, in attesa del passaggio del fortunale. Verso O uno squarcio di sereno interrompe il grigio plumbeo del cielo e lascia presagire un prossimo miglioramento del tempo. La temperatura è scesa, le montagne trasudano acqua da tutte le parti, i colori si ravvivano e, gradualmente, il sole fa nuovamente capolino. Raggiungiamo lo Steinwenderhütte (o Zollnerseehütte), bel rifugio ingentilito da begl'alberi e dall'adiacente Cappella della Pace: lì troveremo un semplice e buon ristoro e ci riscalderemo un po'. Rifocillati, usciamo dal rifugio e l'aria è tersa e serena, la visibilità è perfetta e si scorgono nettamente le cime della Valle del Gail e della Drava e, più in là, dei Tauri. C'incamminiamo lungo la Traversata Carnica, per raggiungere attraverso distese di rododendri, ruscelli, prati e vegetazione bassa il magnifico Zollnersee, il laghetto alpino che da solo vale l'escursione! Le sue placide acque fungono da perfetto specchio per le alture che formano il suo bacino, sulle quali pascolano tranquille le mucche, investite solo poche ore prima dalla furia del maltempo. E' un quadro bucolico ed idilliaco, che resta negl'occhi. Proseguiamo in quota, camminando poco sotto la cresta confinale e godendo di begli scorci sui pascoli e sui prati, sino ai piedi del Monte Lodin: qui pieghiamo e risaliamo in breve al passo sovrastante rientrando in Italia. Fantastica la visione sulla zona del Rifugio Fabiani, che abbiamo attraversato in mattinata, sulle selve e sulla zona di Paularo. Transitiamo subito sopra i ruderi della Casera Lodinut Alta, quindi attraverso prati estesi su ripidi versanti, perveniamo allo spettacolare sito ove sorge Casera Lodin Alta. Marmotte fischianti mettono in allarme la colonia del nostro passaggio. C'è gran silenzio tutto intorno. Un anziano malgaro ci saluta a Lodin Alta; ci soffermiamo con lui un po', parliamo del suo duro lavoro, di come sono cambiate le cose in 30 anni e dei pochi escursionisti che si spingono sin quassù e dei suoi 40 buoi. Procediamo alla volta di Casera Ramaz e, poco sotto, si apre davanti a noi la splendida visuale dello Zermula, del Sernio e della Creta di Aip, che si stagliano nel cielo azzurro con le loro imponenti sagome di roccia bianca illuminate dagli ultimi raggi solari. Entriamo nel bosco, fittissimo, ubertoso e fresco che ci accompagnerà sino alla fine della gita. Ci soffermeremo ripetutamente per osservare le splendide fioriture, i funghi dall'intenso profumo che si è sparso nel sottobosco, gli alberi maestosi.
A Casera Ramaz non ci sarà più nessuno, quando vi perverremo, concludendo questa fantastica giornata!
 Il consueto augurio di una fantastica escursione,
 Giuliano